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Nel mondo del lavoro, nulla è più costante del cambiamento.
Basti pensare alla situazione lavorativa, legata agli operai a fine Ottocento negli Stati Uniti, che si battevano per i propri diritti.
E’ così che è nata la famosa Festa dei Lavoratori, celebrata per la prima volta il 1 Maggio 1891. Si chiedevano condizioni lavorative più umane e una riduzione da 16 ad 8 ore lavorative quotidiane.
Ad oggi, questo scenario lavorativo risulta ormai arcaico.
Il mondo del lavoro è profondamente cambiato a livello globale.
Così come è cambiato ogni aspetto della nostra vita.
Innanzitutto il benessere del lavoratore sta diventando un aspetto importante sul quale le aziende stanno iniziando ad investire. Creare un posto di lavoro piacevole e positivo diventa fondamentale per la produttività del dipendente. Un bel passo avanti rispetto alle 16 ore lavorative dell’Ottocento.
La rivoluzione digitale cambia anche i tempi e i modi di concepire il lavoro, aprendo nuove strade e nuove opportunità, aspetto che è risultato ancora più evidente in seguito alla pandemia legata al Covid-19, anzi, la crisi sanitaria, sociale ed economica ha accelerato questo cambiamento ancora di più.
A guidare tale evoluzione ci sono automazione e digitalizzazione.
Questo rinnovamento porta dunque ad una modernizzazione delle aziende e ad un aumento della richiesta di nuove professioni.
Cambiano pertanto anche le skills richieste da parte delle aziende, sempre più legate a competenze negli ambiti di analisi dati, problem solving, dell’intelligenza artificiale, dello sviluppo software .
Come viene riportato nel report “ Future of Job 2020 “ del World Economy Forum “ tra i settori maggiormente coinvolti in questa trasformazione si trovano quello della Digital Communications and Information Technology, dei Financial Services e dell’Healthcare “. Fonte
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